Dino Predonzani artista e decoratore navale
Nel panorama dell’arte italiana del XX secolo Dino Predonzani (Capodistria 1914 – Trieste 1994) è stato un artista talentuoso e poliedrico, che nella sua lunga carriera si mostrò sempre aperto alla ricerca di nuovi linguaggi figurativi e alla sperimentazione di nuove tecniche.
La sua attività spaziò dalla pittura da cavalletto alla grafica, nella quale emerse la sua felice vena di spigliato disegnatore, dalla decorazione d’ambiente ad affresco e a mosaico alla creazione di bozzetti per le scenografie teatrali, per non parlare della sua importante produzione nell’ambito della decorazione navale.
La sua formazione artistica iniziò a Trieste, alla Scuola per Capi d’Arte nell’indirizzo di pittura e decorazione, per poi proseguire all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove si diplomò nel 1938. Proprio in quell’anno vinse alla XXI Biennale il primo premio per l’affresco con Attesa ai ludi sportivi, improntato ai valori plastici e pittorici, all’ordine compositivo della tradizione classica, in particolare di Piero della Francesca, presente anche nei bozzetti presentati ai concorsi per la decorazione del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi e quello delle Forze Armate all’Eur.
Dopo la dolorosa parentesi della guerra, che lo vide deportato tra il 1943 e il 1945 in diversi campi di concentramento tra la Polonia e la Germania, ritornò alla vita grazie alla pittura, abbracciando prima la matrice surrealista e approdando poi negli anni Cinquanta all’astrattismo.
Nel secondo dopoguerra iniziò la sua attività di decoratore navale che fu di notevole rilevanza, come dimostra il nutrito corpus di 538 disegni tra schizzi, studi preparatori e bozzetti, donati dalla nipote Lia Brautti al Civico Museo del Mare, che documentano il suo intenso lavoro sulle navi dalla fine degli anni Quaranta alla metà degli anni Sessanta e di cui si presentano in mostra alcuni dei più interessanti esemplari. Eseguiti in diverse tecniche, dalla matita nera e di vari colori alla tempera, attestano il complesso iter compositivo e di rielaborazione del soggetto di Predonzani, dalle prime idee fissate in rapidi e sintetici abbozzi, ai bozzetti intermedi da presentare ai committenti e a quelli finali.
L’artista riuscì sempre a instaurare uno scambio collaborativo con gli architetti con cui lavorava fianco a fianco nella progettazione decorativa della nave, da una parte adeguandosi alla loro visione ma d’altro canto mantenendo sempre una sua autonomia creativa.
Fu proprio con Pulitzer Finali che strinse una collaborazione, definita “un’esperienza irripetibile” dallo stesso artista, che lo portò a ideare la decorazione di alcuni ambienti progettati dall’architetto per le navi Eszperia (1949), Conte Biancamano (1949), Giulio Cesare (1951) Augustus (1952), San Giorgio (1956), Caralis (1957), Galileo Galilei (1963) e Oceanic (1965).
Predonzani lavorò in grande sintonia anche con Zoncada sulla Leonardo da Vinci (1960) e sull’Oceanic (1965), e con il quartetto di architetti triestini sulle navi Australia (1951), Augustus (1952), Africa (1952), Homeric (1955), Galileo Galilei e Guglielmo Marconi (1963).
La mostra si focalizza sugli interventi di Predonzani su sei navi, per i quali il fondo di disegni donato dalla nipote conserva un nutrito gruppo di disegni tra schizzi e bozzetti, assieme a delle foto originali degli ambienti realizzati: in ordine cronologico si presentano i progetti per l’Esperia (1949), il Conte Biancamano (1949), l’Australia (1951), l’Homeric (1955), Leonardo da Vinci (1960) e Guglielmo Marconi (1963).